Finalmente, anche il Ministero dell’Istruzione esce allo scoperto e prende atto delle scelte infelici effettuate con l’ultimo contratto di lavoro sospendendo la classificazione degli aspiranti che hanno fatto richiesta di essere inclusi nelle graduatorie di “Operatore scolastico”.
L’iniziativa è stata assunta per l’evidente imprecisione dei titoli richiesti (certificazione delle competenze socio-assistenziali) che sta determinando parecchie incertezze da parte delle scuole che effettuano la valutazione delle istanze.
Come si ricorderà, la sua introduzione ha avuto carattere meramente strumentale ed è servita unicamente per far quadrare i conti. Il D.L. n.80/2022, che ha determinato la scelta di introdurre forzatamente EQ, ha imposto la classificazione di quattro aree, per cui, valutando che il contratto scuola ne aveva solo tre, se ne è dovuta inventare letteralmente una quarta: quella dell’operatore scolastico.
Una figura ibrida e divisiva, di cui la scuola non ha alcun bisogno, che blocca la progressione dei collaboratori scolastici di ruolo per il passaggio nell’area degli assistenti.
Adesso anche il Ministero, fino ad ora assolutamente omissivo, ne prende atto e sospende tutto con una nota formale diffusa agli organismi addetti alla valutazione nella giornata di ieri, nel fondato timore di evitare un contenzioso di dimensioni importanti a causa dell’imprecisione dei requisiti richiesti.
Laconicamente, lo stesso Ministero ha candidamente ammesso che serve tempo per chiarire i punti controversi. Un tempo che si potrà tranquillamente prendere considerato che il prossimo anno, con buona pace dei dissidenti, tale profilo professionale non sarà attivato.
La stessa Amministrazione avrà tempo per capire quante figure di operatore eventualmente attivare e, soprattutto, se esisterà mai un organico di area o, più realisticamente, se le stesse saranno drenate dall’organico dei collaboratori scolastici.
Un’operazione più logica per i fautori di un pensiero più lineare e meno pasticciato.