Come riporta Il Post, il governo australiano ha detto che a breve il Parlamento inizierà a discutere della proposta di legge per vietare alle persone con meno di 16 anni di accedere a tutti i principali social media.
Il primo ministro Anthony Albanese ne aveva parlato lo scorso settembre: ora ha detto che verrà depositata in parlamento la prossima settimana e poi discussa, per entrare eventualmente in vigore 12 mesi dopo l’approvazione. Se la legge entrasse in vigore, sarebbe la prima al mondo di questo tipo: ma ci sono grossi dubbi su come concretamente potrebbe funzionare il divieto, oltre che perplessità sulla sua efficacia.
L’Australia non è il primo paese che cerca di imporre divieti sull’utilizzo dei social alle persone più giovani. Ci aveva provato anche la Francia l’anno scorso, proponendo un divieto per le persone con meno di 15 anni.
La legge australiana sarebbe però la più stringente mai introdotta: 16 è il limite di età più alto mai proposto finora, e la proposta non prevede esenzioni nemmeno in caso di consenso dei genitori.
Il governo australiano non ha dato un elenco preciso delle piattaforme social a cui eventualmente si applicherà il divieto, che in parte è ancora in via di definizione: la ministra delle Comunicazioni Michelle Rowland ha detto che la lista include i principali social, Instagram, Facebook, TikTok e X, e che probabilmente verrà incluso anche YouTube.
Più in generale, gli esperti ritengono che sia necessario accompagnare i figli nell’utilizzo dei social e fare in modo che imparino a gestirli in maniera sempre più autonoma, più che imporre divieti facilmente aggirabili.
L’idea che l’utilizzo dei social media sia la causa di un aumento di ansia e depressione tra gli adolescenti è discussa da tempo e condivisa da molte persone, ma non è sostenuta in maniera univoca da studi scientifici.