ll ministero dell’Istruzione è in procinto di emanare un’ordinanza in cui prevede che chi è inserito con riserva nella prima fascia delle graduatorie provinciali (Gps), in quanto ha acquisito il titolo all’estero, potrà stipulare i contratti anche se manca il riconoscimento formale del titolo di accesso alla graduatoria.
Il Segretario generale Uil Scuola Giuseppe D’Aprile pone l’accento su una questione già sollevata in passato dalla Uil:
” E’ possibile – si chiede Giuseppe D’Aprile – che un posto in Italia, per personale italiano, dipenda dall’esito di titoli conseguiti all’estero che rendono instabili graduatorie e immissioni in ruolo? Questa è la conseguenza di una denuncia che la Uil fa da tempo: mantenere il numero chiuso nelle università che specializzano sul sostegno creerà l’ennesima divisione nel personale precario, con il risultato che l’inizio del prossimo anno scolastico sarà nuovamente foriero di contenziosi”.
Uil Scuola solleva poi un altro paradosso: in pratica, un docente, abilitato o specializzato in Italia e inserito a pieno titolo nelle graduatorie, si vedrà in molti casi scavalcato nel punteggio proprio da chi non ha ancora un titolo valido a tutti gli effetti perché non ancora riconosciuto dal Ministero e che non dovrebbe essere spendibile nelle graduatorie.
” Non si parli allora di continuità didattica – aggiunge D’Aprile – se la supplenza assegnata al docente in attesa di riconoscimento del titolo, potrà decadere nel momento in cui questo non dovesse essere riconosciuto”.
In dubbio anche gli altri sindacati della scuola, in particolare la Cisl evidenzia come il proliferare di percorsi formativi attivati da paesi Ue, frequentati allo scopo di utilizzarne i titoli per accedere all’insegnamento nelle scuole italiane, sia la conseguenza della mancata attivazione, da troppi anni, di percorsi abilitanti e di un congruo numero di Tfa di sostegno sul territorio nazionale.
Nel merito dell’ipotesi proposta dal Ministero, la Cisl scuola ha rilevato come il contenzioso più volte attivato per contrastare il mancato riconoscimento di titoli conseguiti all’estero veda ormai un orientamento giurisprudenziale consolidato, che pone in carico all’Amministrazione l’obbligo di verificare puntualmente le istanze di riconoscimento dei titoli, accertando i livelli di competenza, conoscenza e capacità acquisiti, nonché l’equivalenza in termini di durata complessiva, livello e qualità della formazione rispetto agli analoghi percorsi formativi nazionali, prevedendo se necessario opportune e proporzionate misure compensative.
Favorevole all’ ipotesi di ordinanza ministeriale il sindacato Anief. Secondo il quale questa modifica: “ E’ un atto dovuto”.
Sarebbero oltre 11mila le domande presentate, di cui oltre11mila provengono da Romania, Spagna e Bulgaria. L’85% sono relative al conseguimento del titolo di sostegno.
Il ministero dell’Istruzione avrebbe espresso la volontà di incrementare le procedure istruttorie per il riconoscimento dei titoli conseguiti all’estero prevedendo la costituzione di una struttura specializzata per far fronte alla mole di domande.