Nera, grande, in ardesia, nelle aule: è la lavagna

La lavagna è uno degli oggetti di uso quotidiano che gli esseri umani in ogni parte del mondo utilizzano da più tempo, senza particolari innovazioni e senza che strumenti alternativi con funzioni simili siano mai diventati altrettanto popolari. Quando parliamo di lavagne è lo stesso da secoli: una lastra rettangolare in ardesia, in un telaio di legno, su cui si scrive con il gesso.

I motivi della diffusione e della popolarità della lavagna hanno principalmente a che fare con la sua praticità e con consuetudini radicate nei luoghi di formazione in cui è più facile trovarne più di una: scuole e università. Se oggi negli istituti superiori dei paesi più ricchi, compresa l’Italia, a quelle tradizionali si sono spesso sostituite le Lim, lavagne interattive multimediali, nelle università e in particolare nelle facoltà di matematica e fisica quelle di ardesia rappresentano ancora un oggetto fondamentale.

 Nessuno sembra apprezzare la lavagna più degli scienziati, come peraltro mostrano anche decine di film in cui è presente in più di una scena, da A Beautiful Mind a Oppenheimer.

Tra i matematici il fascino della lavagna è esteso anche all’altro oggetto necessario per utilizzarla: il gesso.

“Per certi versi la matematica è come l’artigianato, per certi versi è come l’arte – disse il matematico statunitense David Eisenbud, riferendosi alla pratica di tenere una lezione alla lavagna, da lui descritta come un’attività che i matematici ammirano a vicenda l’un l’altro.

Si ritiene che tavole in ardesia fossero utilizzate nelle scuole indiane già all’inizio dell’XI secolo. È difficile datare con precisione l’inizio della pratica di utilizzare nelle scuole in Europa le ampie lavagne che conosciamo oggi, ma è noto che esse furono utilizzate per l’educazione musicale e la composizione già a partire dal XVI secolo.

Quelle del London Institute, come quelle presenti in centinaia di facoltà di matematica e fisica di altre università e istituti, sono lunghe quasi 4 metri e alte 1,80 circa, e occupano quasi tutta una parete delle aule. Per scrivere sulle lavagne più grandi si usano in alcuni casi dei supporti per gessi che permettono di raggiungere le parti più in alto, o in altri casi delle scale apposite. Alcune lavagne che occupano intere pareti, di un tipo diverso, sono composte da parti scorrevoli.

Gli effetti positivi della scrittura alla lavagna per la creatività e per la soluzione dei problemi derivano principalmente dal suo utilizzo condiviso: una caratteristica che distingue la scrittura alla lavagna dalla semplice scrittura su un foglio di carta.

Spesso gli scienziati impegnati a risolvere un problema si alternano alla lavagna passandosi il gesso come in una staffetta, e in questo modo arrivano a soluzioni che altrimenti non riuscirebbero a trovare.

La lavagna permette anche di cancellare facilmente le cose scritte con il gesso, ma lasciando una traccia – anche minima – della correzione, utile per ricostruire a posteriori i percorsi seguiti durante il processo.

Utilizzare una lavagna significa inoltre eliminare da subito le molte distrazioni possibili con strumenti tecnologici utilizzabili in alternativa a una lavagna: da controllare l’email a dare una sbirciatina ai social network.

Da Il Post.it

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