Il 30 dicembre scorso è stata approvata la Legge di Bilancio per il nuovo anno che contiene però poche novità per quanto riguarda le pensioni, anzi si tratta di cambiamenti addirittura peggiorativi rispetto al passato.
E’ stato varato il decreto Milleproroghe, che dovrà essere trasformato in Legge entro 60 giorni, e che prevede, sul piano pensionistico, la proroga della sistemazione contributiva entro il 31 dicembre 2024.
Per quanto riguarda le novità dettate dal Governo sulle pensioni degli italiani, la prima riguarda l’abolizione della norma contenuta nella Legge Fornero.
Ricordiamo che la norma non consentiva l’erogazione dell’assegno pensionistico a coloro che avevano 67 anni e 20 di contribuzione e inoltre il calcolo della pensione non superava di 1,5 volte l’assegno minimo, pari a 534,40 euro.
L’altra novità riguarda poi tutti coloro che si trovano nel sistema di calcolo contributivo: ovvero i lavoratori che hanno iniziato a versare i contributi dal primo gennaio del ’96. Per loro si potrà chiedere a riscatto, nel 2024 e 2025, tutti i periodi non lavorati tra un contratto e l’altro.
” Tutte le altre novità – sottolinea la Uil – sono senz’altro tutte peggiorative rispetto al passato e riguardano: Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale”.
Vediamo meglio in dettaglio:
1) Quota 103: per coloro che possiederanno un’età di 62 anni e 41 di contribuzione entro il 31.12.2024. La domanda dovrà essere presentata con il sistema Polis del Ministero dell’Istruzione e del Merito, entro il 29 febbraio 2024. Il calcolo della pensione, però, avverrà col sistema contributivo. Nulla cambia per la Quota 103 di coloro che hanno 62 anni e 41 di contribuzione entro il 31.12.2023, per i quali continuerà ad essere applicato il sistema di calcolo misto.
2) Opzione donna: cambia solo l’età anagrafica che è di 61 anni, con 35 di contributi effettivi senza quelli figurativi, con diminuzione di 1 anno per ogni figlio fino ad un massimo di 2. Tale opzione è destinata alle: Donne che assistono parenti disabili in situazione di gravità; ai Disabili con invalidità almeno del 74 per cento ; e al Personale in esubero.
3) APE sociale: viene prorogata al 31 dicembre 2024 la richiesta di accesso all’APE sociale per coloro che hanno un’età di 63 anni e 5 mesi, con 30 anni di contribuzione, per chi assiste parenti disabili in situazione di gravità o possiede una invalidità almeno del 74 per cento. L’età contributiva diventa di 36 anni per chi svolge mansioni usuranti.
Sul piano fiscale, la Legge di Bilancio riduce gli scaglioni IRPEF da 4 a 3.
Fino a 28.000,00 euro si applica il 23 per cento, mentre da 28.000,001 a 50.000,00 euro il 35 per cento; e oltre i 50 mila euro il 43 per cento. E questo un provvedimento temporaneo limitato al solo anno 2024.
Per quanto riguarda invece l’una tantum già applicata nel 2023, la stessa viene effettuata nella misura dell’1,5 per cento solo sullo stipendio tabellare per 13 mensilità per i lavoratori dipendenti.
Per gli stessi, viene reiterato nel 2024 l’esonero IVS (contributo Invalidità, Vecchiaia, Superstiti), pari al 7% dell’imponibile lordo fino a 1.923,00 euro mensili e al 6 per cento fino a 2.692,00 euro lordi mensili per 12 mensilità, con calcolo effettuato mese per mese.
” Tutto ciò significa – sottolinea Uil Scuola – che è significativamente peggiorata la possibilità e le modalità di uscita per i lavoratori che intendessero accedere al pensionamento anticipato con un irrigidimento complessivo del sistema”.
Per l’analisi completa bisogna attendere venerdì 12 gennaio quando ci sarà un incontro con i referenti sindacali regionali.
” Per tutte le notevoli complessità che continuano a riguardare gli aspetti previdenziali dei lavoratori dipendenti – spiega il Segretario organizzativo Uil Scuola Rua Giancarlo Turi – si ritiene necessario potenziare i servizi di consulenza sui territori in modo da poter informare correttamente i lavoratori della scuola sulle scelte da compiere”.