Un ictus ha messo fine alla sua vita lo scorso sabato.
E’ scomparso, all’età di 64 anni, Nuccio Ordine che ha incarnato la figura del saggista, ovvero quella di un conoscitore non arido e chiuso nello specialismo universitario fine a sé stesso, ma di stampo francese, capace di confrontarsi con un vasto campo del sapere e, soprattutto, di comunicarlo.
Pur essendo un sincero europeista, anzi, uno studioso che privilegiava la ricerca su temi e personaggi d’interesse europeo, restò a insegnare Letteratura italiana e Teoria della Letteratura nell’università di Arcavacata in Calabria, terra dove era nato e a cui era molto legato. Fu però anche fellow dell’Harvard University Center for Italian Renaissance Studies e della Alexander von Humboldt Stiftung e ha svolto lezioni alla Sorbona.
Ottimo intervistatore, ha pubblicato conversazioni con il presidente brasiliano Lula, con George Steiner, con Edgar Morin, con Marc Fumaroli.
La sua figura non è solo quella di uno storico della letteratura bensì di storico della cultura, un’area estesa che la postmodernità ha reso fascinosissima e che Ordine frequentava con capacità e relazioni.
I suoi modelli o compagni di viaggio sono tutti francesi: da Attali (ma Ordine non assunse mai incarichi politici o di dirigente) a Fumaroli e Morin, mentre in Italia possiamo annoverarlo tra gli epigoni di Umberto Eco, anche per il rapporto che strinse con la Bompiani, prima, e La nave di Teseo, poi, come curatore di collane di storia della cultura. Ne diresse altre in Francia e in diversi altri Paesi. Un impegno, connesso a una capacità di divulgazione e di relazioni che gli meritarono riconoscimenti accademici, un numero infinito di premi, un vasto medagliere di onorificenze, un inesauribile elenco di dottorati e lauree honoris causa e la membership in varie accademie.
All’inizio di maggio era stato insignito del Premio Principessa delle Asturie per la Comunicazione e le Scienze umane: avrebbe dovuto ritirare il riconoscimento — che accolse con «felicità e commozione, un premio molto più grande di me» — a ottobre alla presenza dei reali nella città di Oviedo.
Ordine è noto agli studiosi per i suoi lavori sul Rinascimento e su Giordano Bruno,ma studiò anche Pierre de Ronsard, Gabriel García Márquez(era appena stato in Colombia per un viaggio nelle terre del premio Nobel di cui avrebbe scritto per «la Lettura») e Steiner.
Ordine ribadiva la necessarietà di quei saperi umanistici il cui valore essenziale è totalmente libero da finalità utilitaristiche.
Tra i numerosi ricordi anche quello che Roberto Saviano ha affidato ai social
” Nuccio Ordine — si legge — è morto. (…) Vorrei esser credente per ricevere conforto dal credere che a braccia aperte ci sia Giordano Bruno a riceverlo sulla soglia di una distesa”.
Il ricordo del Segretario Generale di Uil Scuola Giuseppe D’Aprile
Era stato al nostro congresso. Un intervento bellissimo e appassionante