Il progetto di autonomia differenziata nella scuola è al centro del dibattito in Lombardia. L’appuntamento è stamattina dalle ore 08.00 alle ore 12.00, presso l’aula magna ITC Abba Ballini di Brescia in via Tirandi, 3. Una tavola rotonda organizzata dal Coordinamento per la Democrazia Costuzionale insieme a FLC Cgil, UIL Scuola RUA e Federazione GILDA-Unams.
Discuteranno di autonomia differenziata e degli scenari legati all’istruzione pubblica il prof. Saverio Francesco Regasto, Ordinario diritto pubblico comparato dell’Università di Brescia, il prof. Massimo Villone, Emerito di diritto costituzionale all’Università Federico II di Napoli, il segretario generale della Flc- Cgil Francesco Sinopoli, il segretario generale della Uil-Scuola RUA Giuseppe D’Aprile, il coordinatore nazionale della Federazione Gilda-Unams Rino Di Meglio, il segretario generale della Flc-Cgil Lombardia Massimiliano de Conca, il membro della segreteria regionale Lombardia della UIL Scuola Rua Francesco Guadagno e Gianluigi Dotti della direzione provinciale di Brescia della Federazione Gilda-Unams.
I relatori, alla luce del dettato costuzionale, indagheranno: sul tema dell’autonomia dfferenziata e le conseguenze che la sua attuazione potrebbe produrre nel sistema della pubblica istruzione.
Utlizzando le chiavi di lettura giuridica, economica, storica, sociale i relatori e gli esponenti sindacali cercheranno di rispondere alle domande: che futuro avrebbe la scuola se l’autonomia differenziata fosse approvata? Quali conseguenze per gli insegnanti? Quali prospettive o rischi per studentesse e studenti?
“Il progetto dell’autonomia differenziata – sottolinea il segretario UIL Scuola Rua Brescia Francesco Guadagno – per il sistema nazionale dell’istruzione soprattutto in regioni come la Lombardia metterebbe a rischio la libertà di insegnamento perché assoggetterebbe la scuola al governo regionale del momento e alla politica. La Scuola per la Costituzione Italiana rappresenta una funzione dello Stato, deve essere scevra da condizionamenti politici, non si può minare o limitare la libertà di insegnamento che risulta centrale per lo sviluppo del nostro Paese. Abbiamo già in Trentino un’impostazione regionalizzata dell’istruzione ed è sotto gli occhi di tutti l’esperienza fallimentare”.
La scuola è per suo principio inclusiva e non possono essere create divisioni e disparità attraverso forme di regionalizzazioni poiché si decreterebbe la fine della unità nazionale di cui lo Stato è garante