Un contratto che chiede tanto alle persone e in cambio offre poco o niente considerato che l’inflazione ha già eroso il potere d’acquisto – così il segretario generale della UIL scuola, Pino Turi, ha commentato la situazione legata al negoziato contrattuale durante l’Esecutivo nazionale UIL Scuola.
Il tema delle risorse – osserva Turi – è cruciale, così come la definizione normativa e anche la variabile ‘tempo’ è da considerare attentamente.
Il contratto che si sta negoziando all’Aran è quello del triennio 2019/2021. Ci sono volute tre Finanziarie per definire le risorse per il rinnovo che si sta negoziando. Sono le cifre annunciate dal Governo, gli aumenti per i quali le somme sono già stanziate.
Le strade praticabili sono due:
la prima, quella che ci pare da preferire e che sosteniamo con forza, è di negoziare subito le risorse specifiche per il rinnovo di questo triennio (+ 3,5%) pur in un quadro di inflazione del 7% e in una prospettiva economica di progressiva asperità della congiuntura internazionale. Diamo quindi le risorse esistenti al personale della scuola e – contestualmente – andiamo a negoziare le modifiche normative per le quali servono risorse fresche.
La seconda – quella iniziata all’Aran – prevede di negoziare prima la parte normativa e, al termine, quella economica. L’allungamento dei tempi, secondo questa visione attendista, consentirebbe di arrivare a fine anno nella prospettiva di una nuova finanziaria (del 2022) per avere eventuali risorse aggiuntive. Si arriverebbe in questo modo a ridosso delle elezioni e si scavallerebbe l’anno economico, passando al 2023. Significherebbe, nei fatti, saltare un triennio contrattuale. E poi, ci chiediamo: siamo certi dell’arrivo di risorse nuove con la prossima Finanziaria? Saranno sufficienti a coprire l’inflazione? In quale contesto economico saranno definite? Con quale scambio professionale saranno definite?
La definizione normativa non può essere oggetto di scambio: aumento delle ore formazione, didattica a distanza, ordinamento professionale sono i temi messi sul banco contrattuale. Tutto senza risorse.
La proposta di procedere su due direttrici ci sembra la più ragionevole: riconosciamo gli aumenti già maturati dal personale in questi anni (per i quali le risorse sono già disponibili), magari con qualche istituto normativo di possibile attuazione e definiamo il piano normativo collegandolo – a fine anno – con i capitoli di bilancio della Finanziaria 2022.
Vogliamo firmare un contratto ogni sei anni? – ha concluso Turi.