Gite scolastiche a rischio

L’autorità che si occupa di anticorruzione in Italia ( Anac) ha approvato un’altra deroga che mette a rischio l’organizzazione delle tradizionali gite scolastiche.

 La deroga fa in modo che, anche quando vogliono spendere più di 140mila euro per organizzare le gite, le scuole possano continuare a gestire la spesa in maniera autonoma e senza dover rispettare quanto previsto dalla riforma del codice degli appalti pubblici, promossa dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. La riforma era stata approvata dal governo alla fine del 2022 ed era entrata in vigore nel 2023.

Pertanto le scuole, che superano i 140mila euro complessivi per l’organizzazione delle gite,  devono gestire la spesa attraverso un appalto pubblico e diventare quindi stazioni appaltanti, seguendo il codice degli appalti: ma le  gite organizzate in Italia sono moltissime e quasi tutte le scuole non hanno il personale né le competenze per farlo.

Già lo scorso settembre la programmazione delle gite si era in moltissimi casi fermata. Adesso l’Anac ha detto che il ministero dell’Istruzione e del Merito ha avviato un processo di riorganizzazione degli Uffici Scolastici Regionali, cioè i distaccamenti del ministero che si occupano di gestire le scuole nei vari territori, per risolvere parte dei problemi creati dalla riforma.

Va aggiunto che già prima della riforma, qualsiasi acquisto doveva essere gestito attraverso il codice degli appalti, ma con la nuova legge sono stati introdotti controlli più rigidi sulle spese. La legge dice appunto che tutte le spese superiori a 140mila euro devono essere autorizzate con più controlli, a prescindere da quanti studenti e classi abbiano le scuole. Per come è stata scritta la legge, inoltre, i bandi per le gite scolastiche sono identici a quelli delle opere pubbliche, complessi e senza agevolazioni, pieni di burocrazia. E, in Italia, le scuole non hanno personale ad hoc  per gestire norme e cavilli legate agli appalti.

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