Fu celebrata per la prima volta negli Stati Uniti, nel febbraio del 1909. L’iniziativa fu per mano del Partito socialista americano, che spinse le donne a partecipare ad una manifestazione per il diritto al voto femminile.
Woman’s Day, la giornata dedicata alle donne, fu ripetuta anche l’anno seguente per chiedere il diritto di voto ma inizialmente non ci fu una data unica.
Tre anni dopo, sempre nel giorno dell’8 marzo, a San Pietroburgo, le donne scesero in piazza per chiedere la fine della Prima guerra mondiale. Quattro giorni dopo lo zar abdicò e il governo provvisorio concesse alle donne il diritto di voto. Ma fu Lenin a istituire, dopo la rivoluzione bolscevica, l’8 marzo del1922, la festività ufficiale.
Eppure negli anni, tante leggende si sono raccontate sull’origine della festa della donna: la più condivisa è quella secondo cui la festa venne istituita per ricordare un incendio, che uccise centinaia di operaie di una fabbrica di camicie a New York l’8 marzo 1908. Quest’incendio, in realtà, non avvenne mai. Ma è pur vero che il 25 marzo del 1911 morirono 140 persone, soprattutto donne immigrate italiane e dell’Europa dell’Est, e l’episodio divenne uno dei simboli della campagna in favore dei diritti delle operaie.
Secondo un’altra versione, mai provata, la Giornata internazionale della donna viene celebrata per ricordare la dura repressione di una manifestazione sindacale di operaie tessili organizzata sempre a New York nel 1857.
Insomma quello che ci hanno sempre raccontato sin da bambine sull’origine della festa dell’8 marzo non è la realtà, così come non è legato alla festa della donna il fiore della mimosa, almeno negli altri paesi.
In Italia però lo si deve soprattutto a una donna, all’epoca dirigente del Partito Comunista Teresa Mattei che volle cambiare la violetta, simbolo delle donne ma fiore troppo costoso e difficile da trovare, con la mimosa, che era il fiore che i partigiani regalavano alle staffette.
Dieci anni fa, nel giorno del suo 92esimo compleanno, Teresa Mattei disse:
” Quando nel giorno della festa della donna vedo le ragazze con un mazzolino di mimosa penso che tutto il nostro impegno non è stato vano”.
Ma la sua frase più celebre, che andrebbe ricordata proprio nel giorno della festività dedicata alle donne è quella che pronunziò molti anni prima in riposta a un deputato maschilista:
“Signorina, ma lei lo sa che in certi giorni del mese le donne non ragionano?” – disse il deputato e lei ripose: “ Ci sono uomini che non ragionano tutti i giorni del mese”.
Oggi tante legislature dopo una donna è a capo del Governo ed un’altra a capo del Partito democratico: Giorgia Meloni, prima presidente del Consiglio, e Elly Schlein, prima segretaria del Pd. Due donne diverse per ideologie e schieramenti politici ma ai vertici del potere. E questo solo pochi 8 marzo fa sembrava davvero impossibile.
Proprio negli ultimi anni l’8 marzo ha perso la sua connotazione celebrativa e ha recuperato il suo senso politico: in decine di paesi del mondo, in questa giornata, i movimenti femministi organizzano infatti uno sciopero sociale e politico, e non solo uno sciopero dal lavoro classicamente inteso: un’astensione da ogni attività anche di cura, formale o informale, gratuita o retribuita, uno sciopero dal consumo, dai ruoli imposti dagli stereotipi di genere, contro la violenza maschile e contro tutte le forme di violenza di genere.
In Italia alla mobilitazione, chiamata “Lotto Marzo”, organizzata dal movimento femminista Non Una di Meno hanno aderito diverse sigle sindacali.
Ma oggi vogliamo ricordar anche un’altra donna al potere: Antonella Polimeni, medico e prima rettrice della Sapienza di Roma, alla quale Repubblica ha domandato “Perché l’Università appare ancora oggi come una roccaforte maschile.
E la sua risposta è stata:
“Il potere universitario è stato maschile per secoli, le resistenze sono forti. Le istituzioni devono lavorare sui piani digender equality, ma è dall’infanzia che il concetto di parità deve essere chiaro e netto nell’educazione. Le ragazze non si fermano più, puntano ai ruoli alti. Alla Sapienza la percentuale delle ordinarie, 28%, è più alta della media, abbiamo avuto un incremento dell’11% delle studentesse iscritte a facoltà scientifiche e tecnologiche. Ma scontiamo un immenso ritardo, per anni la carriera delle donne è stata ostacolata, fondamentale deve essere il ruolo della scuola. Che deve abbattere il pregiudizio secondo il quale le ragazze non sarebbero portate per le materie scientifiche”.
Anche Uil Scuola Rua, in occasione della giornata Internazionale della Donna, ha raccolto diverse testimonianze di donne che hanno raccontato le disparità, le difficoltà e talvolta le barbarie sono sottoposte e con cui sono costrette ancora oggi a fare i conti.
Tante le storie raccontate nel Podcast – Energia Scuola: dalla storia di Taraneh, studentessa di 21 anni dell’Iran occidentale, al coraggio delle donne Ucraine, Iraniane ed Africane, fino alla parità di genere e alle pari opportunità.